Pagelle Liegi-Bastogne-Liegi 2022: Remco Evenepoel zittisce le critiche, Wout Van Aert è sempre lì, Quinten Hermans non molla, Bahrain-Victorious bella ma inconcludente

Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl), 10: Giornata perfetta da parte del portento belga che ottiene il successo più prestigioso della sua carriera con un’azione delle sue, con uno scatto bruciante in salita seguito da una cronometro solitaria alla quale nessuno può resistere né rimontare. Dopo un inizio di stagione difficile, le tante critiche e le difficoltà nel non riuscire più a tornare nella spirale vincente, oggi si mette tutti alle spalle con una azione degna dei grandi campioni. Non è Eddy Merckx, non è Tadej Pogacar, ma è Remco Evenepoel. E non è assolutamente poco. Anzi.

Quinten Hermans (Intermarché-Wanty-Gobert), 9: Si stacca, ma non molla. Soffre, ma non crolla. Il crossista belga non è il più forte in salita, ma resta sempre nelle vicinanze dei migliori, pronto a sfruttare ogni occasione per rifarsi sotto, gestendo poi alla perfezione la volata finale in cui riesce a mettersi alle spalle uno che vince anche gli sprint di gruppo. Non una vittoria, ma resta il suo miglior risultato della carriera. Confermando la grande crescita di una squadra che anche oggi rischia di essere la migliore belga del lotto.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 9: Ovviamente, non era al massimo della forma dopo la primavera spezzata dal covid che ha dovuto vivere. Ma ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e malgrado abbia corso con tutti contro nel finale è riuscito comunque a ottenere un piazzamento di prestigio, che conferma che questa corsa la può davvero vincere. Primo negli ultimi 35 anni a salire sul podio di Roubaix e Liegi a poche settimane di distanza, conferma la sua straordinarietà anche oggi.

Bruno Armirail (Groupama-FDJ), 8: Tra i primi a lanciarsi in fuga, vive da protagonista la Redoute dove allunga in solitaria prima di essere raggiunto da Evenepoel nel saliscendi successivo. Regge con il portento belga finché ne ha, staccandosi sulla Roche-aux-Faucons e lottando poi con le unghie e con i denti quando rientra su di lui anche il gruppo. Alla fine chiude con un più che onorevole 16° posto.

Romain Bardet (Team DSM), 8: Subito dopo la caduta si guarda attorno e, malgrado stesse bene, il suo riflesso non è quello di ripartire, ma di andare subito a sincerarsi delle condizioni di Julian Alaphilippe. È lui ad attirare il più velocemente possibile l’attenzione sulla situazione del campione del mondo, finito in un fosso e poi contro un albero. La sua corsa è finita lì anche per la sua lodevole scelta.

Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), 7,5: Non è il più appariscente, ma è il più presente. Sempre pronto a rispondere agli attacchi degli avversari, corre con grande prontezza di spirito e non sbaglia praticamente nulla, dovendo rinunciare praticamente a tutti i compagni più attesi in seguito alla caduta. Se nella volata conclusiva forse poteva ottenere qualcosa in più, conferma tuttavia di poter essere molto più di un gregario di lusso, ormai pronto a volare in prima persona verso traguardi di prestigio.

Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 7,5: Corre la sua prima Liegi col piglio e il coraggio di chi non ha niente da perdere. E se con una condotta di gara più accorta nel finale avrebbe probabilmente potuto concludere nei primi dieci, siamo ben felici di averlo visto provare a vincere piuttosto che accontentarsi di lottare per il piazzamento. Dopo questa primavera non ci son dubbi che le Classiche sono la strada giusta.

Sergio Higuita (Bora-hansgrohe), 7,5: Si alterna all’attacco con il suo compagno, restando poi in gruppo nel finale visto il discreto spunto veloce di cui è dotato. Alla fine conclude fuori dai primi cinque, ma la sua prestazione resta di livello

Alejandro Valverde (Movistar), 7,5: Malgrado sia rimasto coinvolto nella caduta, l’Embatido è presente nel finale di corsa, assumendosi il peso dell’inseguiemnto in più occasioni grazie al lavoro di uno splendido Enric Mas (8), sempre pronto a supportare il suo capitano. A 42 anni, il decano del WorldTour saluta la Doyenne con un più che onorevole settimo posto.

Marc Hirschi (UAE Team Emirates), 7: Prova a non far rimpiangere troppo l’assenza di Tadej Pogacar, ma è una missione impossibile. Corre comunque sempre con grande attenzione e non perde le ruote del gruppetto dei migliori quando si danno battaglia. Forse da lui ci si poteva aspettare una volata migliore per un piazzamento un po’ più alto, ma dopo 250 chilometri le forze son quel che sono ed è comunque un bel segnale rivederlo battagliare a quel livello.

Nelson Powless (EF Education – EasyPost), 7: È lui a creare il buco che permette a Evenepoel di andarsene, ma come fargliene una colpa? Lo scatto bruciante del belga era comunque troppo per tutti e non sarebbe stato ad un outsider come lui marcare il classe 2000. Lo statunitense fa la sua corsa e la fa bene, conquistando un altro piazzamento che ne ribadisce qualità e affidabilità ad alto livello.

Mike Woods (Israel-Premier Tech), 6,5: È tra i più attivi quando la strada sale, senza avere paura di assumersi l’onere di muoversi in prima persona. Il suo piazzamento è penalizzato da una volata gestita malissimo assieme al compagno Jakob Fuglsang (6,5), che appare in crescita dopo un periodo difficile, con i due che chiudono in coda al gruppetto degli inseguitori dopo aver provato ad anticipare.

Warren Barguil (Arkéa-Samsic), 6: Un altro piazzamento discreto per il corrridore transalpino, che in questo inizio di stagione è stato costantemente con i migliori, dimostrandosi una carta molto preziosa per la promozione del suo team nel WorldTour. Anche oggi, stringe i denti finché ne ha per strappare il miglior piazzamento possibile, anche quando ormai la partita fosse per lui chiusa.

Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), 6: Tra i protagonisti assoluti di questa primavera, il belga non riesce a ripetere l’exploit di mercoledì, ma è comunque tra gli uomini più forti di questa Doyenne. Capitano della squadra che fa esplodere la corsa grazie alle azioni alternate di Mikel Landa (8,5) e Wout Poels (8), nonché con il ritmo di Jack Haig (8) nel finale, non riesce poi a concludere l’opera, malgrado sia sempre tra i più attenti.

Philippe Gilbert (Lotto Soudal), sv: Le ultime pedalate del vallone sulle strade di casa, nella corsa più amata non lasciano il segno nell’ordine d’arrivo, ma il boato e lo scroscio di applausi del pubblico quando stringe i denti al passaggio sulla Redoute sono l’anima del ciclismo.

Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl), sv: Vittima della maxi-caduta, il campione del mondo finisce in un fosso e sbatte violentemente contro un albero. Come lui finiscono a terra moltissimi corridori che solo tenerne il conto appare quasi impossibile. A tutti loro, l’augurio che le conseguenze siano il meno gravi possibili e che la prossima Liegi possa andare meglio.

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